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Immagine del redattoreDr Antonio Pio Longo

Nemesi: la dea della giustizia



In questo articolo faremo un salto nel tempo verso gli anni '70, racconteremo la storia di uno dei gruppi più rappresentativi del movimento femminista italiano, il collettivo napoletano chiamato “Le Nemesiache”. Ho scoperto questo movimento di attiviste durante la preparazione della mia tesi di laurea sull'influenza sociale. Per sapere di più su di loro c'è il sito ufficiale: http://www.lenemesiache.it/.


Durante gli anni settanta in Italia, con un po' di ritardo rispetto al resto d'Europa e in concomitanza della rivoluzione studentesca del '68, si accese un forte attivismo da parte delle donne intorno alla rivendicazione di alcuni diritti, in primo luogo quello sull'aborto. Tra i gruppi di attiviste più interessanti vi era quello delle Nemesiache, un collettivo napoletano esistito dal 1970 al 1980. Il nome è ispirato alla dea greca Nemesi, dea della giustizia sociale, colei che per i greci aveva il compito di ristabilire l'equilibrio tra le parti lottando contro le tirannie. La scelta del nome non è casuale ovviamente, rimanda alla voglia di vendetta culturale verso il mondo maschilista di cui il collettivo si è voluto e si fa messaggero.

Infatti, l'obbiettivo pratico del collettivo era quello di trasmettere alle donne quella voglia di creare, inventare, usare la creatività che ovviamente non è una facoltà esclusivamente maschile. Il punto di incontro del collettivo fu quello di creare un teatro interamente al femminile, dove gli spettacoli erano aperti a sole donne e non era

permesso l'accesso agli uomini. Il canale di comunicazione scelto dalle Nemesiache è stato quello della comunicazione artistica. Realizzando spettacoli teatrali creati interamente da donne e aperti solo alle donne, si voleva dimostrare alla maggioranza (il contesto culturale maschilista circostante) che le donne al pari degli uomini potevano fare arte, musica e spettacolo. In questo modo volevano allargare l'immagine della donna da quella tradizionale di mamma e casalinga. Le Nemesiache hanno anche realizzato un film chiamato “Follia come poesia”.


Il grande insegnamento delle Nemesiache è stato quello di far capire alle altre donne del tempo (insegnamento da tenere sempre a mente anche oggi) che con le tecniche teatrali e cinematografiche, con l'arte, si può parlare di tutto. Si può trasformare ogni tabù in metafora e scavalcare qualsiasi muro che possa ostacolare la libertà di espressione che, in fondo, è libertà di essere.











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